Pa digitale

Fatturazione elettronica, modifiche last minute con il decreto Irpef

Non solo l’anticipo al 31 marzo per le Pa locali. Ma anche l’obbligo a inserire due nuovi campi, Codice informativo di gara e Codice Unico di Progetto. Ecco i vantaggi per i fornitori e la PA

Pubblicato il 25 Apr 2014

Paolo Catti, Politecnico di Milano

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L’uscita del Decreto Legge “Irpef”- da giovedì in Gazzetta Ufficiale- porta alcune modifiche sulla nascitura Fatturazione Elettronica verso la PA. Si apprende che, oltre all’anticipo sulla data di avvio a regime della Fatturazione Elettronica verso tutte le Pubbliche Amministrazioni che non partiranno il prossimo 6 giugno 2014 (per loro l’obbligo scatterà il prossimo 31 marzo 2015 anziché il 6 giugno 2015), diviene obbligatorio l’inserimento nel Tracciato FatturaPA, che rappresenta lo standard con cui gestire le Fatture Elettroniche inviate alle PA, di alcune informazioni, col fine di assicurare la tracciabilità dei pagamenti. Questi campi – di fatto già presenti nel Tracciato, ma non obbligatori – devono ora essere riportati all’interno delle Fatture emesse verso le Pubbliche Amministrazioni e sono (i) il Codice Informativo di Gara (CIG) e (ii) il Codice Unico di Progetto (CUP).

Sono naturalmente escluse da questo obbligo le fatture che già per normativa non richiedono tali codici, come per esempio quelle legate a contratti di lavoro conclusi dalle stazioni appaltanti con i propri dipendenti, a contratti aventi a oggetto l’acquisto o la locazione di terreni, fabbricati esistenti o altri beni immobili o riguardanti diritti su tali beni nonché a contratti relativi ai servizi di arbitrato e conciliazione.

Diventano obbligatori nel Tracciato FatturaPA CIG e CUP, dunque. Di che cosa si tratta?

Più in dettaglio, il CIG è un codice identificativo associato a ciascun appalto o lotto, che deve essere riportato all’interno degli strumenti di pagamento (come definito dall’art. 7 comma 3 del D.L. 187/2010) per garantire la tracciabilità dei flussi finanziari.

Il CUP, invece, è una sorta di “etichetta” che identifica e accompagna un progetto d’investimento pubblico in tutte le sue fasi (corrisponde a una sorta di “codice fiscale” di ciascun progetto).

Questa modifica avrà impatto fin da subito e verrà applicata anche alle fatture elettroniche che verranno inviate tramite il Sistema di Interscambio già a partire dal prossimo 6 giugno 2014 – con impossibilità, per le PA, di procedere al pagamento delle Fatture Elettroniche che, dovendoli riportare, non presentano CIG e CUP. L’introduzione “last-minute” di questi due nuovi campi, nonostante quanto si possa immaginare, in realtà non ingenera potenziali criticità in quanto diverse PA che stanno avvicinandosi alla Fatturazione Elettronica, non trovando questi campi tra quelli obbligatori nel tracciato, stavano già chiedendosi con quali modalità riuscire ad ottenerli dai propri fornitori.

Questa nuova modifica, dunque, porta con sé risvolti postivi, di “buon senso applicato”, si potrebbe dire. Anche perché le informazioni su CIG e CUP risultano fondamentali proprio per i processi di verifica, riconciliazione e approvazione al pagamento delle fatture che le stesse Pubbliche Amministrazioni effettuano.

Inoltre, solo le fatture che riportano le informazioni di invio, quelle di ricezione e il Codice CIG possono essere acquisite dalla piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio automatico delle certificazioni dei crediti verso le Pubbliche Amministrazioni. Un fattore non trascurabile, a potenziale vantaggio del fornitore che, con il proprio credito certificato, può accedere ad anticipi ed evitare i ritardi sui tempi di pagamento delle PA.

Una modifica “last minute”, dunque, senza impatti sulla struttura del tracciato e che risponde in modo efficace a un’esigenza peraltro già emersa tra le PA e sostanziale per “far funzionare meglio” l’intero processo di gestione della relazione tra le PA e i loro fornitori.

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