L'analisi

Turismo: l’Agenda digitale non ne parla, ma a gennaio arriva il Piano

I frutti del lavoro della Cabina di regia ancora non si sono visti. Ma il ministro Gnudi prepara il rilancio. Un nuovo ruolo per Italia.it, mentre le regioni a corto di soldi puntano sui blogger

Pubblicato il 13 Nov 2012

Luigi Ferro

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Era l’obiettivo 9 del piano e-government di Renato Brunetta. Che puntava entro il 2012 a “posizionare il portale nazionale dell’offerta turistica tra i leader del settore in termini di accesso e utilizzo da parte degli utenti”. Come sia finito Italia.it l’abbiamo visto e oggi il turismo è una parola che non compare mai nel decreto del governo sull’agenda digitale.

“Una cosa normale, purtroppo” commenta Maurizio Melucci, assessore al commercio e turismo della regione Emilia-Romagna. ”Il comparto non viene visto come un settore economico strategico, se va bene viene accomunato alla cultura. E invece è un’industria con le sue regole”.

“Il turismo – ribadisce Federica Seganti, assessore alle attività produttive del Friuli Venezia Giulia – ha una sua dignità e in regione lo consideriamo come un’attività produttiva. Invece nei Comuni spesso trovi l’assessorato al Turismo, sport e tempo libero”.

Rimasto dall’agenda digitale, il turismo è però il protagonista del Piano nazionale che il ministro Piero Gnudi dovrebbe presentare a gennaio. Un progetto nel quale potrebbe rientrare il lavoro fatto in sede di Cabina di regia, come osserva Edoardo Colombo, esperto di comunicazione digitale oltre che membro del consiglio d’amministrazione dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione. Una serie di proposte rimaste in frigorifero che Colombo è fiducioso non andranno sprecate, anzi “potrebbe essere un copione da seguire quando sarà attiva l’agenzia per l’agenda digitale”.

Intanto, invita a osservare attentamente il bando sulle “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del Miur che contiene anche il progetto Orchestra (Organization of cultural heritage for smart tourism and real time accessibility) per la realizzazione di un insieme di soluzioni tecnologiche per la valorizzazione del patrimonio culturale per il turismo.

Segnali di attenzione, anche se il big bang arriverà a gennaio quando il ministro farà conoscere quelle “Cinquanta azioni concrete, dal riassetto della governance a una nuova offerta ricettiva” che possono fare riprendere quelle quote di mercato andate perdute negli ultimi anni.

Stiamo andando nella giusta direzione”, spiega Melucci secondo il quale il Piano contiene un’analisi corretta della situazione. L’assessore che fa parte anche del cda dell’Enit (Agenzia nazionale del turismo) parla di “svolta” e di “bussola di lavoro”.

E se il governo modificherà il titolo V della costituzione (che toglie la competenza del turismo alle Regioni) l’importante è che gli enti locali siano sempre coinvolti. Anche se la colpa del calo delle presenze in Italia non è certo delle Regioni come sostiene anche Federica Seganti forte del fatto che da quando l’amministrazione locale si occupa del settore le presenze, almeno per quanto riguarda la sua regione, sono aumentate.

“La rinegoziazione delle competenze – spiega – deve passare attraverso una proposta di miglioramento della performance”. In soldoni, spiegateci come intendete fare meglio di quanto abbiamo fatto noi. L’assessore del Fvg spiega poi che tutta questa collaborazione fra Regioni e governo nella realizzazione del Piano lei non l’ha vista.

“Il ministro ci ha convocati e ci ha fatto vedere cinquanta slide del Boston consulting group che mostravano le criticità del settore, peraltro già note, e lì siamo rimasti”. Le criticità sono tante e vanno dalla tassa di soggiorno, ai voucher, alla tassa sui natanti, alla riqualificazione delle strutture alberghiere i problemi di Alitalia con Fiumicino e Malpensa e, arrivando al digitale, aggiunge Melucci “la mancanza di un portale italiano di prenotazioni online”.

Il membro del cda dell’Enit è convinto che Italia.it debba diventare una sorta di aggregatore dei portali regionali. “La responsabilità delle informazioni deve essere delle Regioni e poi bisogna negoziare accordi con i grandi portali di prenotazioni che hanno royalty fra il 28 e il 30% oltre a lavorare sulla promocommercializazione, utilizzando per questo anche Italia.it e mettendo in rete imprese e asset di eccellenza”.

L’Emilia-Romagna non è l’unica regione a essersi mossa sul fronte dell’online. Oltre ad avere realizzato il portale tramite il quale è possibile effettuare le prenotazioni nelle singole strutture, ha fatto ricorso ai blogger.

Una strada seguita anche dal Friuli Venezia Giulia che, osserva Seganti “è compatibile con le risorse finanziarie”. Mancando i fondi per le grandi campagne marketing, la regione di Rimini e Cesenatico ha realizzato BlogVille, un progetto che ha coinvolto una cinquantina di blogger provenienti da Stati Uniti, Australia, Canada, Inghilterra, Scozia, Germania, Austria, Finlandia e Norvegia che ha fruttato un forte ritorno promozionale.

Il Friuli invece ha invitato in regione sette video blogger internazionali per poi aprire spazi sui social network in Belgio, Paesi Bassi, Austria e soprattutto Russia e attivare anche una web tv.

Alle azioni di marketing nei confronti dei potenziali clienti stranieri ha corrisposto anche un lavoro in profondità sugli operatori locali coinvolti in una serie di incontri che partendo dall’Abc hanno spiegato il mondo digitale Twitter e Facebook compresi.

Sono centinaia gli albergatori e i ristoratori della regione che hanno scoperto le meraviglie del Web offrendo una risposta che Seganti definisce molto superiore a quella offerta da altre categorie quando per esempio sono state organizzate delle iniziative per l’accesso al credito.

E in cantiere c’è anche la app regionale. “Investire nel turismo è importante perché non si delocalizza”, conclude Seganti. E i soldi investiti rimangono in zona.

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