Pubblica amministrazione

Società in-house, la via dell’Agenda

Le società ICT in-house di Regioni e Provincie Autonome potranno giocare un ruolo fondamentale, diventando agenti del cambiamento sul territorio. Primo compito, contribuire in modo efficace alla riduzione dell’attuale frammentazione del sistema ICT pubblico

Pubblicato il 26 Mar 2013

Mariano Corso, Politecnico di Milano

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Il rilancio della competitività e della reputazione del nostro Sistema Paese dipenderà in larga parte da quanto saremo in grado di modernizzare e rendere più efficace la Pubblica Amministrazione, attraverso l’implementazione dell’Agenda Digitale. Lo sviluppo dell’Agenda Digitale permetterà di traguardare le crescenti istanze di riduzione dei costi e delle risorse impiegate, senza compromettere, ma anzi aumentando velocità, innovazione e qualità dei servizi erogati e migliorando la produttività del comparto pubblico. L’ICT, quindi, dovrà ricoprire il ruolo di fattore abilitante e sarà un’importante leva competitiva nel processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione e dei relativi servizi offerti.

Per perseguire questo ambizioso obiettivo è fondamentale una regia e governance forte a livello nazionale, affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale, che definisca obiettivi e linee guida strategici, standard di interoperabilità e modalità di allocazione delle risorse, attivando una misurazione efficace delle performance e della compliance alle indicazioni delineate a livello europeo. L’efficacia di implementazione dipenderà poi da come le realtà territoriali, e in particolare le Regioni e le Province Autonome, saranno in grado di implementare tali obiettivi e indirizzo, declinandoli coerentemente alle caratteristiche ed esigenze dei singoli territori.

In questo quadro di riferimento, le società ICT in-house di Regioni e Provincie Autonome potranno giocare un ruolo fondamentale, diventando agenti del cambiamento sul territorio, al fine di affiancare le Amministrazioni in un percorso di programmazione dell’innovazione pubblica capace di sostenere la crescita del territorio e di trainare lo sviluppo del comparto ICT in generale, potenziando la collaborazione con il mercato.

La forte sfida per le società ICT in-house sarà la trasformazione necessaria a cogliere le linee dell’Agenzia per l’Italia Digitale, con l’obiettivo di migliorare e razionalizzare la qualificazione della domanda, sviluppare e arricchire le competenze, agevolare e rendere sinergico il rapporto tra Amministrazione e imprese private, favorire lo sviluppo dell’ecosistema locale sul territorio.

Le società ICT in-house potranno, in prima istanza, contribuire in modo efficace alla riduzione dell’attuale frammentazione del sistema ICT pubblico (come testimonia la presenza di migliaia di Data Center a elevata eterogeneità di tecnologie e stadio evolutivo), fonte di rilevante inefficienza. Potrà essere l’opportunità di definire un programma nazionale per la razionalizzazione dell’infrastruttura hardware, prevedendo un numero limitato di Data Center che saranno gestiti dalle società ICT in-house e progettati e realizzati con standard comuni, a garanzia dell’interoperabilità e dell’efficienza.

La coesistenza di una forte eterogeneità di modelli dovrà essere bilanciata dalla condivisione e diffusione di best practice, individuando le “best solutions” sviluppate a livello regionale e incentivandone la diffusione nella logica dei sistemi federati, puntando sulla collaborazione inter-regionale e sul riuso, evitando progetti nazionali in sovrapposizione con soluzioni esistenti a livello regionale e già ampiamente diffuse, mettendo a fattor comune le esperienze e le competenze presenti nelle Società regionali.

Per poter agire su queste direttrici, sarà importante investire per identificare e attivare una governance della relazione tra Amministrazione e ICT in-house volta a stimolare e favorire la capacità propositiva e la partecipazione degli insourcer alle decisioni strategiche, per poter guidare la definizione del piano degli investimenti e di sviluppo dell’ICT per i propri azionisti. Nel contempo, alle ICT in-house dovrà essere concessa una forte autonomia operativa sull’uso delle risorse economiche, umane e tecnologiche a disposizione, così da consentire le modalità migliori di attuazione dei piani e dei programmi ICT concordati. Il ruolo che le ICT in-house potranno giocare per l’Agenda Digitale, è quindi fortemente correlato alle decisioni degli azionisti e alla capacità di cogliere le opportunità di guidare il cambiamento attraverso la leva dell’ICT, in generale, e delle società in-house ICT in particolare.

Alla luce degli obiettivi e del ruolo che dovranno giocare e per contribuire in modo efficace al lavoro svolto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, ciascuna delle società ICT in-house sarà chiamata ad avviare un percorso di cambiamento nel quale sarà necessario intraprendere una serie di azioni indispensabili per la buona riuscita del processo: definire un piano di transizione a breve e medio termine; sviluppare il proprio network e puntare sulla cooperazione; lavorare in equilibrio con l’offerta e gli ecosistemi ICT locali; adottare standard condivisi e divenire promotori dei grandi trend della tecnologia (es. Cloud Computing), il tutto agganciandosi alle priorità segnalate dall’Agenda Digitale.

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